La domanda di rito, quando e perché hai iniziato a recitare, appare d’improvviso tutt’altro che scontata. Gli occhi guizzano, l’autunno dei capelli fruscia e l’attrice Anna Agio schizza subito indietro nel tempo. Viaggia senza sforzi nell’immaginario, come ogni vera attrice. La risposta dà conto della determinazione di un’Anna bambina, di quando, appena undicenne, si avvicinava alle tende spesse della Scuola di cinema Immagina per sbirciare all’interno: tende che dividevano lo spazio “di tutti” da quello degli attori.
“Mi era sempre piaciuto recitare negli spettacoli scolastici e avevo realizzato due cortometraggi con amici. In quarta elementare, l’insegnante d’inglese ci diede una poesia da recitare in classe e poi me la fece ripetere di fronte all’insegnante d’italiano, esperta di teatro e recitazione cinematografica. Entrambe consigliarono a mia madre di iscrivermi a un corso di recitazione e la mia insegnante d’italiano suggerì la Scuola di Cinema Immagina. Alla lezione di prova ebbi una folgorazione: era quello il mio percorso, volevo vivere nel mondo della recitazione cinematografica.”
La trasformazione non è stata immediata, non lo è mai: da timida interprete, con voce e ritmo concitati, col tempo Anna ha acquisito sicurezza ed è stata proprio la recitazione a darle forza, fino a farla sentire protetta proprio dai personaggi che interpretava. E a trasformarla in ciò che lei stessa definisce un’esploratrice.
“Per me un attore è sempre pronto, instancabile, non smette mai di cercare, scoprire, conoscere se stesso e il mondo che lo circonda. È un esploratore, ma empatico, sensibile e chirurgico nel cogliere anche i più piccoli dettagli. Ma l’attore è soprattutto un artista, che dipinge sul personaggio le paure, le vittorie, le speranze, i sogni e il mondo che lo circonda. Credo che non esista un lavoro facile se vuoi farlo bene, c’è sempre una buona dose di sacrificio, ma se sono la determinazione e la passione a guidarti, niente è impossibile. Chiunque voglia davvero diventare un attore non deve mollare per niente al mondo. Chiunque voglia diventare un attore non deve ad esempio mollare perché pensa di non essere abbastanza bello, poiché è la bravura nelle interpretazioni ciò che veramente conta.”
L’entusiasmo incontenibile di Anna si fa riflessivo quando parla della sua interpretazione più importante (finora): Ada, nella serie Nudes, remake italiano di un teen drama norvegese, di cui hanno parlato moltissime testate italiane, tra cui Vanity Fair, il Corriere della Sera, Wired e Fabrique du Cinéma. In onda su RaiPlay, diretta da Laura Luchetti – di grande interesse la sua masterclass Nudes: pensare, scrivere, dirigere l’adolescenza presso il Teatro di Roma – si tratta della prima serie italiana sul revenge porn.
“Ada, il mio personaggio, è una dei tre protagonisti delle tre storie di Nudes. Se la incontrassi, probabilmente la abbraccerei forte: all’inizio ragazza insicura e vulnerabile, subisce una metamorfosi e diventa determinata e fortissima, al punto di riuscire a superare vittoriosa l’episodio di revenge porn che l’ha stravolta. Sono felicissima di aver potuto dare voce ad Ada e magari ad altre “Ada” in giro per il mondo. E poi… c’è tutto ciò che ha significato per me l’esperienza sul set. Sono stata aiutata con tanto calore e affetto dalla regista, Laura Luchetti, dagli attori e da tutta la troupe. La loro disponibilità e gentilezza hanno quasi attenuato la velocità del set. Lì infatti è tutto molto veloce, ma ciò che forse è stato per me più difficile, perché alla fine questa rapidità diventa quasi un rumore di fondo, è stata la mancanza di solitudine. Sembra strano, ma era quasi impossibile restare un attimo soli per concentrarsi sul personaggio. Nonostante avessi un camerino, non c’era un momento in cui potevo riflettere da sola prima di entrare in scena. Dopo anni di studio a scuola di recitazione, sul set ho scoperto anche questi aspetti del lavoro dell’attore.”
Anna passa a parlare del come e quando è arrivata dov’è adesso, della Scuola di cinema Immagina e di tutta la strada che non vede l’ora di fare.
“Gli anni di studio di cui parlo sono quelli presso la Scuola di Cinema Immagina, dove studio tuttora – ho iniziato con il corso di recitazione per ragazzi, con l’insegnante Chiara Ottanelli, e al momento frequento il corso per adulti, con il regista e direttore artistico di Immagina, Giuseppe Ferlito. I copioni che ho studiato sono sempre stati molto diversi tra loro e mi hanno dato la possibilità di scoprire svariate sfaccettature di me stessa. Amo andare a lezione di recitazione, perché una volta varcata la porta mi sento come in un nido e per qualche ora posso staccare dalla vita quotidiana ed essere per esempio un’assassina, una dottoressa, un’avvocatessa, tutto. La cosa che trovo frustrante è rendermi conto, talvolta, di non essere riuscita a fare del mio meglio, di non aver reso giustizia al personaggio e a me stessa come attrice.”
Parte del lavoro di un attore è non smettere mai di studiare. Nonostante la giovane età, Anna ha colto questa sfaccettatura fondamentale della professione e diversifica molto la sua formazione. Forse anche per questo, l’agenzia Studio Emme di Roma ha scelto Anna tra molte giovani attrici e la rappresenta tuttora.
“Oltre al corso di recitazione alla scuola Immagina, ho frequentato alcuni laboratori di recitazione offerti dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Mi vengono in mente lo stage intensivo tenuto dalla regista e attrice Emanuela Mascherini e un altro con l’attrice di cinema e teatro Barbara Enrichi. Sono state esperienze in cui non mi sono mai sentita giudicata, ma, anzi, aiutata e compresa. Ho imparato moltissimo, dal monologo interiore a come si analizza nel dettaglio un copione. Dopo ogni lezione di recitazione mi sento sempre davvero grata.”
Oltre a Nudes, Anna ha partecipato come protagonista ad altre produzioni, tra le quali Ti accorgi di me?, corto sul cyberbullismo con Paolo Conticini e Pino Ammendola e Vecchio Mondo, cortometraggio diretto da Giuseppe Ferlito, su un’idea di Roberto Farnesi. Recentemente, Anna ha girato, da coprotagonista, un progetto di genere drammatico/horror, Trecce, mentre il percorso di studio continua presso la Scuola di cinema Immagina, senza escludere future parentesi all’estero. L’aspetto fondamentale, ciò che Anna mette al centro di tutto, è però qualcosa di inaspettato.
“A livello lavorativo, vorrei essere presa in considerazione per ruoli che le persone non si aspetterebbero mai fossero adatti a me e magari per personaggi in qualche modo nuovi. Benché qualsiasi personaggio sia degno della massima considerazione, non vorrei interpretare sempre gli stessi stereotipi, ad esempio “la cattiva”, “la buona”, “la mafiosa”. Potrebbe essere un po’ noioso, perché non potrei esplorare me stessa a 360 gradi e soprattutto non potrei distruggere il modo in cui mi vede la gente e sorprendere. Non ho un attore preferito nello specifico, ma ammetto che mi piace molto Leonardo Di Caprio, proprio perché le sue interpretazioni sorprendono sempre. È un attore molto espressivo e versatile, che è riuscito a recitare in ruoli e film molto diversi tra loro in modo egregio – Django Unchained, diretto da Quentin Tarantino, nel quale Di Caprio interpreta Calvin Candie o Teddy Deniels in Shutter Island, diretto da Martin Scorsese, entrambi ruoli assolutamente lontani, ad esempio, dalla sua interpretazione di Jack in Titanic.”
Chiara Ottanelli