Ciao Andrea, comincio subito col chiederti: com’è nata la tua passione per la recitazione e per la viola? Quali sono state le tue tappe principali?
In realtà c’è sempre stata, non c’è stato un momento nella mia vita che io ricordi senza musica. Sin da piccolo, in casa, mia mamma mi faceva ascoltare la musica classica. A 8 anni ho iniziato a suonare la chitarra classica, solo per due anni però, poi ho iniziato la scuola con indirizzo musicale e suonavo il violino. Successivamente sono entrato al liceo musicale e intorno al terzo anno ho iniziato a suonare la viola perché ero molto incuriosito, provandola decisi quindi di fare questo cambiamento radicale intraprendendone lo studio. Mentre la passione per la recitazione è relativa, mi piace molto e mi diverto tantissimo ma non mi reputo attore, per essere attore bisogna studiare e anche molto. Tutto ciò che ho portato nella fiction del La Compagnia del Cigno è il frutto di una mia dote naturale, mi rendo conto di aver avuto una grande fortuna per questa opportunità, sicuramente il ruolo di Pietro richiedeva di saper suonare la viola e di essere napoletano, quindi alla fine per queste esigenze la scelta era ben poca.
A proposito di questo periodo molto delicato di pandemia, quali cambiamenti ci sono stati a livello di set?
La grande differenza è la continua esigenza di dover fare tamponi ed essere attenti nella vita quotidiana. Bisogna cercare di non vedersi con altre persone o almeno di farlo raramente, altrimenti si rischia di mettere in pericolo il lavoro di tutti.
Parlando di questa fiction, La Compagnia del Cigno 2, tu interpreti Pietro, una tra le new entry. Come ti sei approcciato al tuo personaggio? E che cosa avete in comune?
Per me è stato abbastanza semplice, Pietro è un personaggio molto vicino alla mia persona, diciamo che è stato cucito su di me, un po’ giocherellone e certe volte un po’ inadatto. Le diversità tra me e lui sono poche, una di queste è però sicuramente quella del vestirsi perché non lo reputo un grande esperto di moda! (ride). Un’altra differenza: è un po’ donnaiolo, io sono invece molto fedele e concentrato su chi ho accanto. Lui ha diverse relazioni, prima con Simona e poi con Sara, che finiscono in modo precoce, su questo lato non è maturo, ma è una persona molto sincera. Molte scene le ho dovute rapportare ad alcune mie situazioni passate e sono dovuto rientrare nella stessa condizione psicologica. Ivan Cotroneo, il regista, mi ha dato spazio, c’erano delle linee guida ma ci ho messo tanto del mio per caratterizzarlo nelle espressioni e nel modo di fare.
E sul set con chi hai legato di più?
Quasi con tutti, è veramente una grande famiglia, non ho delle persone preferite.
Da artista, quanto, secondo te, il mondo dello spettacolo è stato compromesso a causa del Covid19?
Secondo me tantissimo. Tutte le arti sono state colpite, adesso quelli più colpiti sono i musicisti e i teatranti. Io da musicista posso dire che non faccio un concerto da prima della pandemia, è dura. Io sono stato fortunato ad avere altri lavori però ci sono molti che fanno fatica ad andare avanti. Se ci campi, con la tua arte, e non ti danno la possibilità di mostrarla e di avere un pubblico, diventa difficile. Il cinema è rallentato ma credo stia sempre producendo, inevitabilmente tendono a non iniziare nuove avventure cinematografiche, le novità immagino cerchino di non farle iniziare adesso. Questo Covid è una seccatura nel momento in cui si trova un positivo perché si deve bloccare il set, bisogna aspettare e costa tanto. Dobbiamo imparare a conviverci al meglio, siamo arrivati a un punto in cui non possiamo permetterci di fermarci a livello lavorativo.
Che consigli vuoi dare a chi vuole intraprendere questo percorso?
Non saprei che consigli dare, sicuramente quello di mettersi in gioco, andare avanti per la propria strada nonostante le difficoltà, cercare in tutti i modi di emergere. Questo significa dar meno spazio alla vita di “movida” e alla spensieratezza per concentrarsi su un possibile futuro, con lo studio e l’impegno questo avviene. Bisogna dare il 100% in ogni cosa.
Pensi che c’entri la cosiddetta fortuna?
La fortuna sì e no, il treno passa ma tu devi essere bravo a saperlo prendere. Devi sentirti pronto e preparato per salirci, quindi aspettare che passi ma farsi trovare pronti.
Cinema e teatro. Che differenze ci sono?
Sono mondi diversi, vai a sperimentare realtà diverse. Col teatro hai il piacere di interfacciarti col pubblico, puoi avere subito reazioni rispetto a quello che stai facendo, hai un riscontro immediato, positivo o negativo che sia. C’è la difficoltà di essere dal vivo e quindi di non poter sbagliare o se lo fai occorre esser capace di non farlo intendere, da questo punto di vista nel teatro è più difficile mentre nel cinema se le battute non ti vengono bene puoi ripeterle, ma comunque devi rendere conto alla fotografia che c’è dentro il cinema.
Che effetto ti fa rivederti?
È strano, non realizzi. Non ti piaci tantissimo però c’è il pensiero di aver fatto qualcosa in cui non tutti riescono. Provo gioia nel vedere le persone emozionate, possono essere i miei familiari o gli amici. Quando fai una chiacchierata e ti fanno i complimenti è piacevole, addirittura mi hanno chiamato i miei professori, uno dietro l’altro! È stato molto bello!
Progetti futuri? Dove ti vedremo prossimamente?
Di ufficiale non ho nulla. Aspettavo uscisse La Compagnia del Cigno per vedere come reagivo, proverò a fare altri provini, però sono consapevole della complessità. A livello attoriale non mi sento un artista a tutto tondo, posso sapere di avere un leggero talento ma la vita è fatta di studio, come può essere per la musica, per la fotografia, per tutto, ed è importante restare coi piedi per terra.
Per concludere ti chiedo: hai un sogno che non haiancora realizzato?
Quello che ho ricevuto è molto di più di quello che mi aspettassi dalla vita, sicuramente essere avidi non è cosa giusta, così come non lo è non cercare altri sogni nel cassetto. Se mi avessi fatto questa domanda due o tre anni fa ti avrei risposto che avrei voluto essere prima viola del teatro San Carlo. Adesso le mie priorità sono cambiate, mi piacerebbe tanto recitare qua, a Napoli, dare qualcosa alla mia città sarebbe un bel sogno da realizzare. Sul piano fotografico spero di fare mostre in giro per il mondo. Si sa, si vuole sempre di più, ma a me basta tantissimo anche così.
Jasmine Bakouri