Da una forte passione nasce un forte interesse. Interesse che porta a documentarsi, a studiare e ad approfondire. Talvolta questo procedimento può risultare lungo, noioso e addirittura estenuante. Talmente complicato che porta lo stesso interesse a scemare di fronte a libri di centinaia e centinaia di pagine. Meglio una conversazione. Meglio una voce che ci racconta. Meglio un esperto che ci spiega, che ci decanta la storia affascinante del cinema, come si fa con il buon vino.
Giovanni Bogani, giornalista e critico cinematografico, nella prima di otto lezioni online prodotte dalla scuola Immagina di Firenze, sferra il suo ventaglio di carte, offrendo una versione semplificata, ma comunque molto dettagliata, della storia del cinema in una sorta di lungo racconto ad episodi che ha la settima arte come protagonista assoluta. L’arte che più di tutte ha condizionato la nostra vita, che più di tutte in questo periodo triste e tragico ci dà l’opportunità di evadere. Un’ arte vicinissima a noi ma che ha radici lontane. Molto lontane.
Il viaggio che il giornalista ci mostra parte da molto lontano, fin da 12 mila anni fa, quando i graffiti di Altamira e Lascaux erano il modo che avevano i primitivi per rappresentare la caccia; un tentativo di fermare un momento significativo per la vita della loro tribù, una sorta di scatto cinematografico da mostrare alle successive generazioni.
L’odissea prosegue tra balzi temporali enormi, dal primo cinema dell’umanità delle ombre cinesi del 100 a.C. alle lanterne magiche del 1600, dai vetri dipinti volti a proiettare figure incantevoli nella notte.
Non mancano le spiegazioni di fenomeni “biologici” come la persistenza retinica, la chiave per far nascere il cinema. Vi state chiedendo perché? Tranquilli, Bogani vi darà tutte le risposte del caso. La lezione prosegue con le carrellate di invenzioni dell’Ottocento, dal fenachistoscopio al cineografo, dal prassinoscopio al “fucile fotografico” di Jules Marey, il primo a “fotografare” il movimento di un’onda.
Poi la lezione si tinge di giallo, con Bogani che ci racconta il mistero irrisolto della scomparsa di Louis Le Prince, colui che inventò, senza riceverne il merito, una macchina che riproduce immagini in movimento.
Vi verrà raccontato di come, per una manciata di giorni, non fu un italiano ad inventare il cinema. Un giovane Filoteo Alberini sconfitto da un “furto” e dalla burocrazia italiana, troppo lenta anche negli ultimi anni dell’Ottocento.
E così si arriverà all’ascesa dei fratelli Lumière e al battesimo del cinema in un salone del centro di Parigi, dove le leggende narrano della fuga delle prime file per l’arrivo ad una stazione del treno sullo schermo. E di come il primo giornalista che scrisse sul cinema, ne comprese fin da subito l’essenza assoluta.
Verrà spiegato come una macchina inceppata può portare a delle scoperte. Come Georges Méliès girò i primi effetti speciali del cinema. Come negli Stati Uniti Thomas Edison e i suoi operatori girarono le prime “finzioni” cinematografiche, i primi dentro e fuori da una stanza, una cosa che un teatro non poteva offrire in pochi secondi. E la nascita del primo piano, uno sguardo cattivo ed una pistola che spara alla macchina, ovvero al pubblico.
Insomma un lungo viaggio nel torrente storico del cinema, dove il traghettatore Bogani rema lento per non farci perdere nulla delle scoperte e delle magie che, dagli albori dell’uomo, hanno come unico obiettivo quello di cessare la morte nella sua forma assoluta. Tranquilli, guardate la prima lezione e capirete il perché.
Matteo Potenza