Verso la sceneggiatura perfetta

UNO SCALINO DOPO L'ALTRO

di Chiara Ottanelli

La bambina è terrorizzata. Conta gli scalini che la separano dallo scantinato. È sola col fratellino in una casa maledetta piena di spifferi, è saltata la luce e lei quasi non riesce a proseguire. Ma il quadro elettrico è laggiù in fondo alle scale. Al cellulare, il padre cerca di farle coraggio e la incita a proseguire, uno scalino dopo l’altro… Lo sai che dal buio spunterà qualcosa. Che la bambina ha ragione ad essere spaventata. Che è questione di secondi. Ma non spunta niente. Quello che accade è molto peggio.

sceneggiatura 

Una sceneggiatura di appena dieci minuti, titoli di coda compresi. Che funziona alla grande. È ciò che, da otto anni, Lorenzo Paviano cerca di insegnare agli allievi del suo corso. Ha iniziato come assistente di Giovanni Bogani, critico cinematografico della Nazione e docente presso la stessa Scuola di Cinema Immagina. E adesso Paviano tiene un laboratorio che ti dà tutti gli strumenti per scrivere la sceneggiatura di un cortometraggio come di un lungometraggio. Ma non solo. Quello che accade è molto meglio.

Paviano ha sempre la voce elettrizzata, quando parla di cinema. Sia quando spiega come impaginare i personaggi sia quando chiede agli allievi quali film hanno visto nell’ultima settimana. Perché, mi spiega, “bisogna guardare film. Lo ripeterò sempre. Certo è importante leggere molto e avere una buona capacità di scrittura, ma sono la storia e la cultura del cinema che invogliano a fare cinema, è guardare tanti film che invoglia a realizzarli, vedere sullo schermo che le regole di cui parliamo al corso hanno ragione d’essere e su questa base approfondire, trovare un’ispirazione, addirittura rinnovare il cinema”.

La seconda cosa che Paviano non si stanca di ripetere ai suoi allievi è che “la sceneggiatura è il primissimo tassello nella immensa costruzione di un film. Non si tratta di scrivere un’opera letteraria, bensì uno strumento di lavoro per l’intera troupe. Se la lavorazione di un film non funziona, molto spesso i problemi sono legati a una sceneggiatura non scritta per una squadra: il regista, il tecnico delle luci, il direttore della fotografia, il costumista, lo scenografo, gli attori. Tutti devono capire, perciò bisogna essere un po’ meno autori e un po’ più tecnici”.

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Insomma, una valida sceneggiatura è la base per la realizzazione di un film. Se rimane qualche dubbio in proposito, Paviano fa un esempio che sbalordisce: “Angeli e demoni era già un prodotto vincente”, grazie al successo dei romanzi di Dan Brown e del primo film della saga, Il codice Da Vinci. In effetti, c’erano già i personaggi, la trama, l’ambientazione. C’era il regista, Ron Howard e c’erano attori famosi che, da soli, possono fare il successo di un film, come il protagonista Tom Hanks. “Ma se il film non veniva scritto da qualcuno che sa scrivere per il cinema, non poteva funzionare. Così la Paramount Pictures ha staccato l’assegno più alto nella storia dei compensi per una sceneggiatura, si parla di quattro milioni di dollari, e ha ingaggiato due professionisti, due chirurghi della sceneggiatura”. Per un film da incassi record prima ancora di essere girato.

Non c’è nessun limite di età per scrivere sceneggiature e nemmeno per imparare a scriverle da zero. Paviano ha iniziato a 18 anni, ma fin da piccolissimo si faceva portare al cinema anche due volte al giorno. Dopo aver frequentato il corso di sceneggiatura presso la Scuola di Cinema Immagina, è stato sceneggiatore in produzioni nazionali e internazionali. In questo modo è arrivato a conoscere perfettamente non solo il processo di scrittura di una sceneggiatura, ma anche quello complessivo di costruzione di un film. E non tiene per sé nemmeno un dettaglio: spiega tutto con chiarezza, risponde a qualsiasi domanda e, soprattutto, ti mette subito a scrivere. E corregge tutto quello che gli mandi, senza colpo ferire.

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Ma c’è anche qualcos’altro. Ed è la cosa più difficile, quello su cui molti corsi si arenano: farti venire la voglia. Di andare a cercare i film di cui si parla perché Paviano li descrive in un modo che non ti lascia molta scelta, li devi guardare. Di scrivere, anche solo per prenderci la mano e per avere un suo riscontro su qualsiasi idea ti baleni in testa. Di starlo ad ascoltare perché lui conosce e ama davvero ciò di cui parla. E di dire la tua perché lui vuole sempre sapere cosa pensi dei film, degli argomenti del corso, delle idee degli altri.

Si inizia a novembre. La bambina che scende gli scalini ci sarà. Solo che non sarà proprio lei.

Chiara Ottanelli

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